Memorie della Waya Assauto di Asti 4: I bulun parte 2
Intervista a Mario Valpreda, Pierluigi Casale, Adriano Rissone, Cesarino Segatto - 2006
La Way Assauto, storicamente il più importante polo industriale di Asti, centrale nella storia della città non solo per l’economia e la tecnologia, ha rivestito un ruolo di primo piano durante la Resistenza e le lotte sindacali postbelliche.
Questo gruppo di ex operai specializzati sono entrati alla Way Assauto negli anni ’60, dopo alcune brevi esperienze artigiane giovanili e qui hanno trascorso la maggior parte della vita lavorativa, acquisendo progressivamente competenze e professionalità crescenti e impegnandosi anche nel sindacato. In quel periodo un impiego alla “Waya” era molto ambito, significava lavoro sicuro e preferibile anche a impieghi pubblici.
Gli anni ’60 vedono grandi cambiamenti strutturali nello stabilimento, sia a livello di produzioni sia a livello di conquiste sindacali, ed i testimoni, dal loro duplice punto di vista di lavoratori e sindacalisti, raccontano in modo dettagliato della parabola produttiva dell’azienda, dell’epoca dei licenziamenti legati all’automazione delle linee produttive, dell’avvicendamento delle proprietà da parte di multinazionali, della crisi FIAT che ha travolto tante imprese dipendenti dal suo indotto, della stagione del terrorismo e della sua netta condanna, e poi ancora di tanti altri aspetti della vita quotidiana dei lavoratori.
Tutti i testimoni intervistati, oggi pensionati, hanno proseguito il loro impegno per la società con varie attività di volontariato, per esempio nell’ambito del Sindacato dei Pensionati, della Croce Rossa, e varie associazioni culturali astigiane.
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